PerCorrere in gruppo – perché la psicomotricità educativa

Che vantaggi può trarre mio figlio da una pratica psicomotoria di gruppo? Perché mandarlo “semplicemente a giocare” con altri bambini?
In realtà, cari genitori, un percorso psicomotorio di gruppo è un’attività sì basata sul gioco, che è il mezzo di espressione preferito dai bambini, ma estremamente strutturata e pensata per aiutarli nel loro sviluppo.
Chi ne può trarre beneficio? Senza dubbio, tutti i bambini. Perché tutti diventano grandi, e la psicomotricità è una pratica che li accompagna e li guida in questo percorso.

Il bambino è un essere che si sviluppa globalmente. Nel corso delle sue numerose attività tutte le funzioni (sensoriali, motorie, affettive, immaginarie, cognitive, di linguaggio) maturano insieme; agiscono e interagiscono in gradi differenti a condizione che l’ambiente del bambino (famiglia, nido, scuola infanzia) gli offra affetto, tenerezza e una cornice di vita regolare affinché il bambino provi un sentimento di sicurezza indispensabile al suo sviluppo e alla sua autonomia.
Il bambino ha il desiderio di diventare grande nonostante tutte le difficoltà che questo comporta; la psicomotricità porta in sé questo stesso proposito vitale del bambino.

La psicomotricità di gruppo parte dall’attività spontanea del bambino, intorno a cui il terapista costruisce una cornice, formata da degli obiettivi e da uno spazio-tempo, che permette al bambino di vivere un percorso di maturazione psicologica che si estende dal corpo fino al pensiero astratto.

La pratica psicomotria di gruppo ha tre obiettivi:
favorire la rappresentazione del sé;
favorire lo sviluppo dei processi di rassicurazione;
aiutare l’apertura del bambino verso la comunicazione e la cultura
.

FAVORIRE LA RAPPRESENTAZIONE
Il bambino inizia a conoscere se stesso, il proprio carattere e il proprio corpo in funzione dell’immagine che gli altri gli rimandano. Egli infatti da principio si appropria dell’immagine che gli altri gli rimandano. Poco a poco poi, potrà cominciare a pensarsi, a vedersi.
Questo processo avviene attraverso il gioco, in cui il bambino mette in campo azioni simboliche che rappresentano la storia di come il bambino è stato percepito dall’altro. Durante il gioco poi il bambino va verso un’evoluzione di questa immagine, costruendone una propria.
La pratica psicomotoria di gruppo aiuta il bambino a confrontarsi con la sua immagine di sé per definirla e farla propria.

FAVORIRE LA RASSICURAZIONE
Quando un bambino nasce, il mondo è un posto sconosciuto, popolato da rumori, sensazioni di fame e di fastidio, luce e buio.
Il bambino ha pochi strumenti per affrontare questo mondo, ed è per questo che nel primo periodo i genitori sono molto accudenti, facendosi carico di tutti i suoi bisogni.
Poco a poco poi il neonato cresce, e inizia a interagire con questo mondo. Se l’accudimento del primo periodo ha permesso al bambino di provare sensazioni di piacere e di rassicurazione nei suoi momenti di difficoltà, egli avrà un bagaglio di esperienze a cui far riferimento anche nei momenti futuri in cui il mondo tornerà a sembrare un posto sconosciuto.
La pratica psicomotoria permette al bambino, attraverso il gioco guidato, di trovare dentro di sé il piacere della rassicurazione e di rafforzarlo.

FAVORIRE LA COMUNICAZIONE E LA CULTURA
Il bambino si apre spontaneamente verso il mondo, verso la condivisione, la comunicazione e l’apprendimento.
Nel corso del suo sviluppo, egli passerà da un vissuto intenso e fisico delle sue emozioni alla capacità di esprimerle e verbalizzarle; da una conoscenza soprattutto fisica e motoria del mondo a una conoscenza mentale.
La pratica psicomotoria, attraverso la simbolizzazione del gioco dei bambini, sostiene il passaggio dal piacere del movimento al piacere di pensare.

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